DANZA SACRA INDIANA
-
è la danza classica rituale del sud dell’India, originariamente eseguita dalle Devadasi (danzatrici dedicate al tempio) per celebrare la Divinità, e nonostante sia divenuta una forma classica mantiene tuttora i suoi contenuti originari.
La concezione scenica indiana si avvale della danza e del teatro come mezzi d’espressione per rappresentare l’immaginario collettivo, raccontando storie mitologiche, poetiche ed epiche. Esistono due diversi aspetti della danza. Uno è Nritta, la forma di pura danza, da contemplare per la bellezza delle linee e dei movimenti e per la varietà dei ritmi. L’altro è Nritya, la danza espressiva, che attraverso il volto e l’uso delle mani (mudra) rappresenta sia il visibile (un albero, un pavone, la luna) sia l’invisibile (sentimenti, pensieri, emozioni).
la danza celeste dell'Incantatrice Danza femminile del Kerala, terra di ‘mistero e crepuscolo’ dell’India sud-occidentale, il Mohini Attam veniva eseguito nei templi fino all'inizio del secolo scorso. Oltre a essere la forma più appropriata per l'espressione di Shringara, il sentimento erotico, rientra nella tradizione Lasya dell’estetica indiana, in cui pre-dominano valenze di grazia, leggiadria, femminilità, fascino sottile e gentile. Danza di seduzione sacra, evoca le suggestioni d’un amore radioso, pervaso di gioia, incanto e abbandono mistico: incarna infatti la concezione indiana del desiderio umano come allegoria del desiderio dell'anima verso Dio, e l'idea che l’amore fra mortali sia l'esperienza terrena che più può avvicinare alla divinità. In questo stile, che prevede un costume tradizionale bianco con bordi dorati, i movimenti sono soffici, fluidi, ininterrotti. Mentre bacino e gambe restano forti e stabili, il busto ruota e scivola in varie direzioni creando cerchi e spirali nello spazio.
Insegnante:
Monica GALLARATE